Presentazione della mostra personale alla Galleria Ciovasso
[…] il difficile mondo dell’esistenza proletaria: Tonelli ce ne offre un’immagine non retorica. I suoi personaggi posseggono una loro elementare semplicità, un loro senso umile ma al tempo stesso largo e forte, scandito essenzialmente dai gesti quotidiani della vita: i gesti del riposo, del pasto a mezzogiorno, del bicchiere bevuto tra gli amici, della pietà per il compagno ferito. C’è, nell’atteggiamento di Tonelli, una naturale adesione al suo tema, una spontanea partecipazione. E questo è ciò che infonde valore e verità al suo racconto figurativo. L’operaio che mangia nell’intervallo del lavoro, l’emigrante meridionale che dorme sulla panchina della stazione con accanto la valigia di fibra legata con lo spago, la finestra della casa popolare di periferia, le nature morte povere d’oggetti che ribadiscono la dura condizione di chi vive tra ininterrotte difficoltà: ecco i soggetti su cui egli ritorna volentieri. E vi ritorna quasi con pudore, senza forzare mai la mano, senza calcare mai il proprio segno.
Lo stesso colore rifugge da violenze cromatiche, da accensioni espressionistiche. È un colore magro, che usufruisce di pochi toni, essendo tuttavia dotato di una sua primitiva freschezza.
Per questa sua costituzione elementare, per l’assenza di un descrittivismo superfluo, per il candore di cui sono espressione, queste immagini, questi personaggi non sarebbero certo spiaciuti a Léger. Sono, infatti, immagini e personaggi, che proprio in questi loro caratteri, racchiudono un sommesso e schietto potere di persuasione. In tal modo il discorso di Tonelli acquista una propria fisionomia e guadagna il nostro consenso.
Mario De Micheli – Milano, febbraio 1977